Scuola Materna “San Marco”
Suore Francescane Missionarie di Gesù Bambino
Fano
PREMESSA
Scopo del presente Progetto Educativo, della Scuola dell’infanzia “San Marco”, è definire la sua identità di Scuola Cattolica. Ne tratteggia la fisionomia indicando le fonti alle quali fa riferimento, le prospettive e i criteri ai quali si ispira, le finalità e gli obiettivi della propria azione educativa.
In particolare, l’elaborazione del Progetto Educativo, vuol essere una risposta alle esigenze formative dell’alunno e, insieme, una possibilità di collaborazione con la famiglia e con il territorio, un aiuto a chiarirci, insieme, “come si pensa di procedere, “quali” modalità sono da privilegiare per la realizzazione di un comune intento educativo.
La sua funzione è quella di offrire un “sapere” per la vita, di orientare la “progettualità in situazione”. Una scuola pertanto non estranea al territorio, aperta ai bisogni culturali e formativi di tutte le persone e, in particolare, dei fanciulli; una scuola che tesse una rete di rapporti con la Chiesa locale, dalla quale “deriva il motivo fondamentale della propria identità e del suo servizio educativo”, con il contesto territoriale, consapevole della ricchezza dei contributi e delle esperienze che vengono dalle varie realtà, in particolare dalle istituzioni scolastiche e civiche del territorio, che concorrono allo sviluppo della persona e della società.
1.IDENTITA’
La Scuola Materna “San Marco” è sorta a Fano nell’anno 1923, allo scopo di famiglie del quartiere. Fin dalla sua fondazione la scuola ha risposto pienamente ai bisogni del territorio, ma soprattutto ha cercato di essere fedele al suo compito educativo-scolastico, in attenzione ai bisogni dei destinatari e in collaborazione con le famiglie per promuovere lo sviluppo integrale della persona del bambino.
2.CONTESTO
Attualmente la fisionomia del quartiere è cambiata. Diversamente dall’inizio le famiglie appartengono ad un ceto socio-economico e culturale medio.
La scuola materna risponde sempre e comunque all’esigenza educativa dei destinatari, per questo le famiglie si avvalgono del servizio che la scuola offre, ne condividono gli orientamenti e lo stile educativo.
3.FONTI DI RIFERIMENTO DEL PROGETTO EDUCATIVO
Il Progetto Educativo, per contribuire efficacemente alla formazione integrale della persona del bambino, nel suo sviluppo individuale e sociale:
a) Si ispira alla visione cristiana della vita e dell’educazione che, basandosi su una specifica concezione dell’Uomo e della Società, in sintonia con i principi di libertà, uguaglianza e solidarietà della nostra Costituzione, implica un’ educazione finalizzata alla crescita del bambino in tutte le sue dimensioni, con particolare riferimento ai valori aperti alla trascendenza nell’ottica del messaggio evangelico di libertà e carità;
b) fa ampio riferimento alla “pedagogia dell’amore” della nostra Madre Fondatrice (Barbara Micarelli) che pone al centro della sua riflessione educativa e delle sue scelte apostolico-operative la persona del bambino, la sua crescita umana, culturale, cristiana;
c) attinge ai Nuovi Orientamenti dell’Attività Educativa nelle Scuole Materne Statali (1991) per offrire nel contesto in cui opera un servizio educativo di “qualità”, per la vita del bambino.
4.PROSPETTIVE
All’interno di questi riferimenti di valore il bambino, con le sue esigenze di sicurezza, di appartenenza, di affermazione, diventa il fondamento e il fine della nostra azione educativa.
Essa ha come momento caratterizzante la piena maturazione dell’identità del bambino, la conquista di una sua ragionevole autonomia, lo sviluppo delle basilari competenze che lo guidino a comprendere ulteriormente la sua storia personale, a potenziare atteggiamenti, capacità ed orientamenti per la sua vita, la sua crescita affettiva, sociale, intelligente, religiosa e vivrà le prime esperienze di cittadinanza, attribuirà progressiva importanza agli altri e ai loro bisogni, si avvierà verso un comportamento eticamente orientato rispettoso degli altri dell’ambiente e della natura, prenderà coscienza che esistono diritti e doveri uguali per tutti.
5.AMBITI EDUCATIVI
L’educazione per svolgersi privilegia degli ambiti. Non si può parlare di itinerari educativi, né di relazione educativa se non vi sono da una parte l’accoglienza della persona del bambino che deve essere educata, dall’altra figure educative (insegnanti, operatori, genitori) e campi privilegiati (scuola, famiglia, ambiente sociale) all’interno dei quali si operano scelte pedagogiche e didattiche, in conformità di intenti, per la formazione integrale della personalità del bambino.
a. La comunità educante (genitori, insegnanti, alunni) che a diverso titolo partecipa alla vita della Scuola Cattolica e alla realizzazione del Progetto Educativo, è chiamata per prima ad accogliere, comprendere e dar vita ad iniziative che manifestino la corresponsabilità educativa, pur nella distinzione dei compiti e sulla base del comune riconoscimento del bambino all’educazione.
Sempre di più nella società odierna è avvertita l’esigenza di una partecipazione in “prima persona”, che riguarda ciascuno direttamente. Da qui la ricerca di un “nuovo stile” di lavoro, di “essere insieme” intorno ad una meta da condividere, di “partecipazione democratica” (attraverso gli organi Collegiali) come conquista della pedagogia scolastica degli ultimi anni e come “momento di fede comunitaria”, finalizzata alla testimonianza e alla trasmissione dei valori.
b. La famiglia, luogo in cui l’educazione trova il suo ambiente naturale, è la prima responsabile dell’educazione dei figli. Un compito importante le viene dato, all’interno della comunità educante.
In un rapporto di integrazione e di continuità, essa è invitata ad offrire la sua preziosa collaborazione, all’attività della Scuola, rendendosi disponibile a conoscere l’identità, a condividere le scelte di valore e le linee programmatiche, così che il contesto scolastico diventi per il bambino un significativo “ambiente” di apprendimento e di socializzazione.
c. La Scuola. Accanto alla famiglia la scuola dell’infanzia si propone come un ulteriore ambito educativo, e all’interno della scuola figure educative che offrono al bambino vicinanza, sicurezza, fiducia.
Gli insegnanti per competenza e passione educativa sono i principali responsabili dell’istruzione e della formazione della persona.
Essi, nella prospettiva dell’educazione integrale del bambino, si impegnano “ad educare, insegnare e correggere con amore”; ad accogliere e prediligere i bambini poveri e in difficoltà; a seguire ogni bambino con adeguatezza e pazienza, in uno stile educativo improntato a calore, disponibilità e considerazione positiva.
L’impegno prevalente è caratterizzato dall’attenzione alla relazione educativa (atteggiamenti, modalità comunicative), all’interno della quale il bambino pone le basi per lo sviluppo armonico della sua personalità; per la costruzione di una positiva identità e di una sana autostima; per la conquista dei diversi “saperi”.
6.FINALITA’ EDUCATIVE
La proposta educativa, della nostra Scuola Materna, mira allo sviluppo di tutte le potenzialità del bambino, così da facilitare la formazione di una personalità che si caratterizza per:
– la ricerca del senso della propria vita
– la sicurezza affettiva e l’autostima
– l’apertura alla relazione con gli altri
– il desiderio di scoprire e di sviluppare le proprie competenze
A questo scopo predispone un contesto umano e relazionale che si configura come:
a) Ambiente familiare sereno, ricco di gioia e semplicità francescana;
b) Luogo che aiuta a maturare uno sguardo di fiducia e di speranza sul futuro della vita e della storia;
c) Casa aperta sul creato e sul mondo, per educare allo stupore, al senso del bello, alla contemplazione, alla lode, alla gratitudine; per aprire la mente e il cuore alla partecipazione ai problemi sociali, con senso di generosa dedizione verso chi è nel bisogno.
7.OBIETTIVI EDUCATIVI
Per il conseguimento delle finalità indicate, la nostra attività educativa prevede di perseguire i seguenti obiettivi:
- Facilitare la costruzione dell’identità del bambino, all’interno di un cammino educativo che si compie nel tempo e attraverso l’interazione con le educatrici/insegnanti, che sanno offrire una relazione “qualitativamente buona” in cui è possibile che il bambino faccia l’esperienza della sicurezza, della confidenza, in funzione dello sviluppo e della conquista della sua identità.
Saranno create pertanto delle condizioni perché il bambino maturi atteggiamenti di fiducia nelle proprie capacità, di stima di se, di sicurezza e contemporaneamente sviluppi le competenze relazionali utili a una interazione positiva con i suoi pari, gli adulti, l’ambiente. - Promuovere la conquista di una ragionevole autonomia, corrispondente alle fasi di sviluppo che il bambino attraversa.
Saranno messe in atto, di conseguenza, diverse modalità per insegnargli a riconoscere e usare il proprio pensiero; ad accettare e ad esprimere le proprie emozioni; ad avere un positivo controllo sui suoi comportamenti. - Sviluppare e consolidare le competenze e le abilità sensoriali, intellettive, percettive, rappresentative, motorie, linguistiche che facilitano la comprensione di se e la oggettiva ricostruzione della realtà.
Attraverso diverse strategie si cercherà di valorizzare e potenziare la capacità intuitiva e l’intelligenza creativa, allo scopo di sollecitare nel bambino lo sviluppo del pensiero formale e del senso estetico.
8.CAMPI DI ESPERIENZA EDUCATIVA
Per il raggiungimento degli obiettivi educativi alcuni settori di attività, attraverso i quali il bambino riesce a dare un preciso significato alla sua esperienza ed è in grado di sviluppare la sua capacità di apprendimento.
1. Il primo campo di esperienza è il corpo e il movimento. L’esperienza corporea soprattutto contribuisce alla sua crescita e maturazione complessiva. E’ una attività esperienziale che promuove la consapevolezza del valore del corpo, la capacità e l’espressione relazionale, cognitiva e comunicativa, e da un significativo contributo alla costruzione e all’immagine di se. Per raggiungere questo traguardo l’insegnante privilegia le conoscenze utili alla gestione del corpo e tutte le forme di gioco a contenuto motorio.
2. Uno specifico campo di esercizio delle capacità comunicative riferita la linguaggio orale e scritto è legato al settore i discorsi e le parole. E’ un’attività che promuove nel bambino la fiducia nelle proprie capacità di comunicazione e di espressione. A questo riguardo l’attività degli insegnanti è interessata a far acquisire al bambino le principali abilità linguistiche. Tra le altre forme viene utilizzato il racconto, il resoconto, l’invenzione di storie che contribuiscono a fargli acquisire gli strumenti per comprendere il mondo naturale, sociale e per costruire la propria identità.
3. Conoscenza del mondo è un campo di conoscenza, questo, che permette al bambino di imparare, attraverso l’esperienza reale, a conoscere i punti essenziali di riferimento, ad avere padronanza di se in rapporto alle cose, a sviluppare le capacità di progettare e inventare, a comprendere i concetti matematici. Vengono pertanto tenute presenti e proposte le attività di vita quotidiana; la conoscenza di sé e la storia personale; i ritmi ed i cicli del tempo; i giochi di gruppo e di squadra.
Il campo di esperienza relativo all’esplorazione, alla scoperta e alla prima sistematizzazione delle conoscenze del mondo e della realtà. Le finalità specifiche riguardano la formazione di atteggiamenti e di abilità di tipo scientifico. Pertanto l’attività educativa è interessata a sviluppare l’abilità di esplorazione, di manipolazione, di corrispondenza; ad usare un lessico specifico e misure non convenzionali. Essa svolge un ruolo importante anche nell’articolazione e nella capacità del bambino di percepire e collocare gli eventi nel tempo.
4. Il campo esperienziale: immagini, suoni, colori considera tutte le attività inerenti alla comunicazione ed espressione manipolativo-visiva, musicale, mass-mediale. I contenuti e le attività grafico-pittoriche, teatrali, musicali caratterizzano in maniera significativa un’ampia proposta esperienziale in atto da tempo nella nostra Scuola. Le diverse attività sono finalizzate ad introdurre il bambino ai diversi linguaggi comunicativi; a sviluppare processi di identificazione; ad arricchire la sua sensibilità musicale.
5. Nel campo il sé e l’ altro confluiscono tutte le esperienze e le attività finalizzate a far comprendere al bambino la necessità di darsi e di riferirsi a norme di comportamento e di relazione indispensabili per una convivenza umana: assunzione personale dei valori della propria cultura insieme al rispetto delle diversità; comprendere, condividere, aiutare e cooperare con gli altri; suscitare interessi e interrogativi sulle origini della vita, sul senso della propria esistenza e dell’esistenza di Dio. Gli itinerari formativi mirano alla comprensione delle esperienze attraverso gli incontri e i rapporti affettivi con i coetanei di entrambi i sessi; la partecipazione attiva ad eventi della vita sociale.
La spiegazione delle norme di convivenza, fino all’acquisizione, da parte del bambino di una effettiva capacità di collaborazione, di consolidamento delle prime capacità di scelta in vista di una progressiva autonomia.
9.METODOLOGIA
Per la valorizzazione di tutte le esperienze formative, e per il raggiungimento delle finalità pedagogiche, le attività sono programmate a livello di sezione e di intersezione.
Questa modalità permette rapporti di collaborazione tra le insegnanti e una più ricca interazione tra i bambini di tutta la scuola e, contemporaneamente, una più articolata organizzazione e fruizione degli spazi, dei materiali e dei sussidi didattici.
Tutte le attività, libere e strutturate, le esperienze sia individuali che di gruppo, sono attentamente distribuite all’interno della giornata scolastica, così da garantire al bambino un benessere psico-fisico, ed un sereno ed efficace apprendimento.
10.PROCESSI DI VALUTAZIONE-VERIFICA
La valutazione dei livelli di sviluppo e di apprendimento, parte dall’accertamento delle capacità iniziali del bambino, prevede una programmazione didattica volta ad individualizzare le proposte educative ed i percorsi di apprendimento, la verifica dei risultati formativi.
Ciò consente all’insegnante di valutare le esigenze del bambino.
La verifica, delle abilità acquisite e degli atteggiamenti di base, viene condotta mediante l’osservazione sistematica, che utilizza come indicatori gli obiettivi stessi.
Per i bambini che presentano particolari problemi ed incontrano specifiche difficoltà nello svolgimento delle attività programmate, sono proposti interventi educativo-didattici.
11.SCUOLA MATERNA E FAMIGLIA
Per la realizzazione delle attività educativo-didattiche, per esprimere i bisogni dei bambini, per salvaguardare la spontaneità del bambino e della scuola, genitori ed insegnanti agiscono congiuntamente, nel rispetto delle reciproche competenze, in un clima di dialogo, di confronto e di aiuto.
Pertanto i genitori partecipano agli incontri personali e assembleari; rendono vivi e vitali gli Organi Collegiali; contribuiscono alla soluzione di problemi scolastici concreti e alla programmazione di iniziative formative.
La Scuola richiede la collaborazione di entrambi i genitori all’atto dell’inserimento del bambino nella scuola per ricostruirne la storia; considera con discrezione e rispettosa comprensione le situazioni familiari socialmente, culturalmente ed economicamente precarie, organizza incontri di formazione con specialisti delle scienze dell’educazione per affrontare e approfondire tematiche relative all’impegno educativo comune.
Chiede ad entrambi i genitori collaborazione continua in un rapporto di reciproca lealtà per garantire coerenza all’azione educativa.